AGEVOLAZIONI FISCALI CREDITI DI IMPOSTA: LE RECENTI NOVITA’
Il presente documento viene diffuso dall’associazione Federlavaggi al fine di rendere noto al settore le agevolazioni fiscali in merito ai crediti di imposta alla luce delle recenti novità che maturano per investimenti in beni strumentali (portali, piste, aspiratori, colonnine, accessori vari, ecc...) con orizzonte temporale fino al 30.06.2026.
Riteniamo queste misure, volte al sostegno ed allo sviluppo del nostro settore, molto interessanti sia per la consistenza degli aiuti che per il raggio di azione degli stessi. In tale documento viene dato un quadro generale della normativa vigente, mentre invitiamo chi volesse approfondire l’argomento di consultare i costruttori o i rivenditori di tali beni strumentali.
Lo slogan della nostra federazione per promuovere tali agevolazioni è:
“SE NON ADESSO, QUANDO?”: non perdiamo quest’opportunità di sviluppo del nostro settore!
CHI SONO I BENEFICIARI?
Possono beneficiare del credito d’imposta tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, a prescindere dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e del regime fiscale che effettuano investimenti in beni nuovi.
IN COSA CONSISTE IL CONTRIBUTO?
L’articolo 1, comma 44, L. 234/2021 (c.d. Legge di Bilancio 2022) ha disposto la proroga, con rimodulazioni, del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi di cui all’articolo 1, commi 1051-1063 e 1065, L. 178/2020.
L’orizzonte temporale oggetto del dettato normativo riguarda il triennio 2023-2025, comprese le valide prenotazioni entro il 31.12.2025 di investimenti effettuati entro il 30.06.2026.
Resta dunque fermo il regime previsto dalla L. 178/2020 per gli investimenti in beni materiali e immateriali ordinari e 4.0 effettuati nel 2022 ovvero entro il 30.06.2023 su prenotazione al 31.12.2022, in quanto i relativi commi della disciplina previgente non sono stati modificati dalla L. 234/2021.
La proroga al triennio 2023-2025, come emerge dalla relazione illustrativa alla Legge di Bilancio 2022, è ispirata dalla volontà del legislatore di assicurare “una maggiore stabilità delle misure... garantendo alle imprese un respiro di medio lungo periodo”: l’esigenza di garantire un orizzonte temporale di medio-lungo termine è dunque controbilanciata dal depotenziamento delle aliquote e dalla scelta di privilegiare i beni funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.
La rimodulazione dell’agevolazione sul periodo 2023-2025 prevede infatti:
l’esclusione del credito d’imposta per gli investimenti in beni materiali e immateriali ordinari, ovvero non funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi;
per gli investimenti in beni materiali 4.0 inclusi nell’allegato A annesso alla L. 232/2016, il dimezzamento delle aliquote di credito d’imposta;
per gli investimenti in beni immateriali 4.0 inclusi nell’allegato B annesso alla L. 232/2016, un décalage di aliquota lungo gli anni di proroga dell’agevolazione
Lo scenario attuale, in relazione a investimenti effettuati nel 2022, resta dunque contraddistinto dall’applicazione di aliquote notevolmente più favorevoli al contribuente rispetto a quanto disposto dalla proroga al triennio 2023-2025.
In particolare, in caso di investimenti effettuati dal 01.01.2022 al 30.06.2022 su valida prenotazione entro il 31.12.2021, il credito d’imposta è riconosciuto con le seguenti intensità:
Beni materiali ordinari di cui al comma 1054, articolo 1, L. 178/2020 10% per investimenti complessivi entro 2 milioni di euro, incrementato al 15% in caso di beni destinati nel medesimo periodo d’imposta a forme di lavoro agile, ai sensi dell'articolo 18 L. 81/2017
Beni immateriali ordinari di cui al comma 1054, articolo 1, L. 178/2020: 10% per investimenti complessivi entro un milione di euro, incrementato al 15% in caso di beni destinati nel medesimo periodo d’imposta a forme di lavoro agile ai sensi dell'articolo 18 L. 81/2017
Beni materiali 4.0 di cui all’articolo 1, comma 1056, L. 178/2020: 50% per investimenti complessivi entro 2,5 milioni di euro, 30% per investimenti complessivi oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e 10% per investimenti complessivi oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro
Beni immateriali 4.0 di cui al comma 1058, articolo 1, L. 178/2020: 20% per investimenti complessivi entro un milione di euro
In caso di investimenti effettuati dal 01.01.2022 al 31.12.2022 ovvero entro il 30.06.2023 in caso di valida prenotazione entro il 31.12.2022, trovano applicazione le seguenti aliquote:
Beni materiali ordinari di cui all’articolo 1, comma 1055, L. 178/2020: 6% per investimenti complessivi entro 2 milioni di euro
Beni immateriali ordinari di cui all’articolo 1, comma 1055, L. 178/2020: 6% per investimenti complessivi entro un milione di euro
Beni materiali 4.0 di cui all’articolo 1, comma 1057, L. 178/2020: 40% per investimenti complessivi entro 2,5 milioni di euro, 20% per investimenti complessivi oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro, 10% per investimenti complessivi oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro
Beni immateriali 4.0 di cui all’articolo 1, comma 1058, L. 178/2020: 20% per investimenti complessivi entro un milione di euro.
La proroga dell’agevolazione per investimenti effettuati dal 01.01.2023 al 31.12.2025 ovvero al 30.06.2026 su prenotazione entro il 31.12.2025, risulta caratterizzata dalle seguenti aliquote, rimodulate al ribasso:
Beni materiali 4.0 di cui al nuovo articolo 1, comma 1057-bis, L. 178/2020 introdotto dal comma 44 dell’articolo 1, L. 234/2021: 20% per investimenti complessivi entro 2,5 milioni di euro, 10% per investimenti complessivi oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro, 5% per investimenti complessivi oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro. La modalità espositiva prescelta nel testo di Legge di Bilancio 2022, che assegna i plafond degli investimenti in beni materiali 4.0 sull’intero triennio di proroga, risulta poco chiara ma la lettura della relazione tecnica suggerisce che il riferimento dei plafond sia da intendersi su base annuale.
Beni immateriali 4.0 di cui di cui ai nuovi commi 1058, 1058-bis e 1058-ter dell’articolo 1 L. 178/2020 introdotti dal comma 44 dell’articolo 1 L. 234/2021: 20% per investimenti complessivi entro un milione di euro effettuati dal 01.01.2023 al 31.12.2023, ovvero al 30.06.2024 su prenotazione al 31.12.2023, 15% per investimenti complessivi entro un milione di euro effettuati dal 01.01.2024 al 31.12.2024, ovvero al 30.06.2025 su prenotazione al 31.12.2024, 10% per investimenti complessivi entro un milione di euro effettuati dal 01.01.2025 al 31.12.2025, ovvero al 30.06.2026 su prenotazione al 31.12.2025. Viene in tale sede chiarito che il limite massimo di investimenti ammissibili per beni immateriali 4.0, pari a un milione di euro, è da considerarsi annuale.
COME SI UTILIZZA IL CREDITO D’IMPOSTA?
Il credito d’imposta:
è utilizzabile in compensazione, con tributi e contributi, mediante il modello F24
spetta per i beni materiali e immateriali (sia “ordinari” che “4.0”) in tre quote annuali di pari importo (1/3 all’anno)
per i soggetti con ricavi/compensi inferiori a 5 milioni di euro che hanno effettuato investimenti in beni materiali e immateriali “ordinari” dal 16.11.2020 al 31.12.2021, spetta in un’unica quota annuale
nel caso di investimenti in beni “ordinari” è utilizzabile a decorrere dall’anno di entrata in funzione dei beni, mentre per gli investimenti in beni “Industria 4.0” a decorrere dall’anno di avvenuta interconnessione
DICITURA IN FATTURA
Nella fattura di acquisto dei beni deve essere riportato il riferimento normativo dell’agevolazione pena la perdita della stessa. A titolo esemplificativo l’indicazione può essere la seguente: “Bene agevolabile ai sensi dell’articolo 1, commi da 1054 a 1058, Legge 178/2020”.
PERIZIA ASSEVERATA
Per i beni “4.0” di costo unitario superiore a 300.000 euro, è richiesta una perizia asseverata.
CUMULABILITA’
Il Mef, con la circolare 33 del 31.12.2021 emanata a chiarimento della precedente circolare 21 del 14.10.2021, ha peraltro sciolto ogni dubbio circa la cumulabilità tra misure finanziate all’interno del PNRR statuendo che il divieto di doppio finanziamento, previsto espressamente dalla normativa europea, non preclude la cumulabilità di misure agevolative a copertura di diverse quote parte di un medesimo investimento.
Ne consegue che in relazione a un investimento in un bene 4.0 finanziato in parte con altre risorse pubbliche “è ammesso il cumulo con il credito d’imposta esclusivamente per la parte di costo dell’investimento non finanziata con le altre risorse pubbliche”. Deve essere rispettata una condizione: il cumulo delle agevolazioni non deve portare al superamento del costo per l’investimento.
Pertanto, il credito d’imposta per beni “ordinari” e beni “4.0”, trattandosi di un’agevolazione di carattere generale, è cumulabile con altre agevolazioni, in particolare con il bonus investimenti Mezzogiorno.
BONUS INVESTIMENTI MEZZOGIORNO: DI COSA SI TRATTA
Il bonus investimenti Mezzogiorno è un beneficio fiscale, utilizzabile esclusivamente come credito di imposta per la compensazione delle spese tributarie sostenute tramite F24, come IVA, IMU, contributi previdenziali mediante Entratel o Fisconline.
A COSA SERVE
L’obiettivo del contributo è quello di supportare e incentivare le imprese che investono nel Mezzogiorno.
A CHI SI RIVOLGE
Si rivolge a tutti i titolari di reddito d’impresa che effettuano investimenti in beni strumentali da destinare alle aree produttive con sede in una delle Regioni quali Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna, Abruzzo. Pertanto, possono accedere al Credito del Mezzogiorno ed ottenere il credito d’imposta le imprese di qualsiasi natura giuridica e dimensione a prescindere dal settore economico, incluso il settore agricoltura e costruzioni ed escluso il settore dei trasporti.
QUAL È IL BENEFICIO RICONOSCIUTO
Il credito d'imposta compete nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2014-2022, ovvero del 45% per le piccole imprese; 35% per le medie imprese; 25% per le grandi imprese.
QUALI SONO LE MODALITÀ DI FRUIZIONE
Per fruire del contributo le imprese interessate al bonus devono presentare all’Agenzia delle Entrate un modello di domanda nel quale devono essere indicati i dati degli investimenti agevolabili. Successivamente, l’Agenzia delle Entrate, previa verifica dei dati dichiarati nella documentazione fornita, trasmette all’impresa il provvedimento di autorizzazione alla fruizione del credito d’imposta.
Il modello per le domande relative al credito d’imposta per gli Investimenti nel Mezzogiorno è disponibile gratuitamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Il Credito del Mezzogiorno è applicabile su investimenti effettuati entro il 31/12/2022.
QUALI SONO I BENI AGEVOLABILI
Rientrano tutti gli investimenti in macchine con i seguenti requisiti per garantire l’adeguatezza:
I beni devono essere strumentali all’attività d’impresa e parte del ciclo produttivo aziendale
I beni devono essere nuovi
I beni acquisiti tramite leasing sono agevolabili ma deve essere esercitata l’opzione di acquisto